Articoli Redatti dal Dott. Giuseppe Lauria
Tumore del peneCARCINOMA DEL PENE
Il tumore maligno più comune del pene è il carcinoma squamocellulare. Poco frequente prima dei 50 anni. I siti più frequentemente interessati sono il glande, il prepuzio ed il solco balano-prepuziale; più raramente il corpo del pene. L’incidenza dei casi è minima in Israele dove, per motivi religiosi, i maschi vengono tutti circoncisi alla nascita. Fattori favorenti sono le scarse condizioni igieniche e la fimosi. La prova di quanto detto risiede nel fatto che, in condizioni di scarso igiene, o quando si è affetti da fimosi, si accumula sotto il prepuzio lo smegma (prodotto di secrezione associato a cellule epiteliali esfoliate, sebo e materiale urinoso) che provoca uno stato infiammatorio continuo. Altri fattori favorenti l’insorgenza del tumore sono le terapie radianti e le verruche genitali da Papillomavirus umano (HPV tipo 16 e 18).
DIAGNOSI: In genere è l’evidenza della lesione stessa a mettere in allarme il paziente. Talvolta, quando i pazienti sono piuttosto anziani, arrivano all’attenzione del medico con lesioni già ulcerate, sanguinanti e dolorose. Spesso la diagnosi avviene dopo l’intervento di circoncisione per fimosi, che mascherava il tumore. Quando il tumore giunge ad infiltrare l’uretra si avranno anche disturbi minzionali. Può accadere, se il tumore è nascosto dalla fimosi, che la sintomatologia iniziale sia il dolore a carico di una tumefazione inguinale, quale segno di necrosi e suppurazione, dovuti a metastasi linfonodali. La dimostrazione clinica di metastasi a distanza è rara (encefalo, fegato, polmoni, ossa). La biopsia della lesione è fondamentale per confermare la diagnosi e determinare il grado di infiltrazione locale. Anche necessari: l’ Ecografia peniena, la Risonanza magnetica e la TC addome-torace-encefalo, per la stadiazione locale ed a distanza del tumore.
TRATTAMENTO
DEL CARCINOMA DEL PENE
Quando il tumore del pene è superficiale e di piccole dimensioni si procede ad una terapia conservativa. Essa prevede una circoncisione se è interessato soltanto il prepuzio. Per preservare quanto più possibile la struttura e la funzione del pene, cercando di distruggere la lesione, oggi ci si avvale di nuove tecniche quali:
chirurgia micrografica di Mohs (MMS), ovvero l’asportazione chirurgica del cancro della cute mediante l’escissione del tessuto in strati sottili,
chirurgia laser a CO2 (Nd:YAG), ad argon, a potassio titanil fosfato (KTP),
Radioterapia in pazienti selezionati
Per le lesioni estese ed a carattere infiltrante interessanti soltanto il glande e la porzione distale del pene è prevista l’ amputazione parziale del pene. Se è coinvolta la parte prossimale dei corpi cavernosi e/o l’uretra necessita la penectomia totale con uretrostomia perineale, ovvero si sutura il moncone uretrale con la cute del perineo (zona tra scroto e ano). Quando sono presenti metastasi linfonodali si fa ricorso alla linfadenectomia inguinale bilaterale con eventuale o successiva linfadenectomia pelvica. Occorre precisare che questi ultimi sono gravati da complicanze frequenti (linfedema degli arti inferiori e dello scroto, e la necrosi cutanea) pertanto non sistematicamente eseguiti.
La chemioterapia offre scarsi risultati nella malattia metastatica.