Articoli Redatti dal Dott. Giuseppe Lauria
AndropausaL’ANDROPAUSA, LA MENOPAUSA AL MASCHILE CHE FA PERDERE IL DESIDERIO SESSUALE
L’andropausa o PADAM (Partial Androgenic Deficiency Ageing Male), è la diminuzione o raramente l’arresto della produzione degli ormoni androgeni.
E’ un fenomeno diverso dalla menopausa femminile, pregiudica in maniera determinante la sessualità maschile e di conseguenza anche quella della coppia.
Nella donna la menopausa avviene quasi all’improvviso, invece, nell’uomo l’andropausa ha un percorso graduale con diminuzione della produzione ormonale maschile ed un progressivo invecchiamento dell’apparato genitale maschile.
Alcune malattie croniche cardiovascolari, neurologiche, sistemiche, infiammatorie con le appropriate terapie (alcuni antiipertensivi, antidepressivi, ansiolitici, antiacidi, ecc) come, inoltre, un’alimentazione sbagliata, il fumo, l’alcool e stupefacenti anticipano ed amplificano l’andropausa portando di conseguenza ad una demotivazione sessuale.
Anche la perdita di sonno e periodi particolarmente stressanti, interrompendo il normale ritmo circadiano, possono alterare la produzione di testosterone, la quale ha il suo picco più alto nelle ore mattutine e quello più basso nelle ore serali.
I sintomi principali sono la perdita di tono, diminuzione dell’entusiasmo, disinteresse lavorativo, stanchezza, tendenza alla depressione. Durante l’andropausa l’uomo può essere pessimista, di cattivo umore, si stressa facilmente, diventa più suscettibile, può aumentare di peso con tendenza alla femminilizzazione per la distribuzione dell’adipe (grasso) nelle coscie e nell’addome in maniera ginoide (a causa anche di una maggiore presenza di estrogeni). Spesso è presente un facile affaticamento fisico e psichico con sensazione di angoscia per i normali eventi quotidiani, alterazioni del sonno e della memoria.
I disturbi della sessualità cominciano con una progressiva perdita del desiderio sessuale e graduale diminuzione delle pulsioni e fantasie sessuali. Le erezioni diventano meno frequenti e più difficoltose sia nel mantenimento e successivamente anche nell’ottenimento. Il tempo che intercorre tra una eiaculazione e la successiva erezione si allunga (fase refrattaria), l’eiaculato si riduce di volume e l’orgasmo è meno intenso sino quasi a scomparire.
La diagnosi, oltre che da un’anamnesi approfondita e dall’esame obiettivo dell’apparato genitale, viene fatta eseguendo un prelievo di sangue per il dosaggio ormonale degli androgeni come: il testosterone libero, è quello biologicamente attivo, e rappresenta il 20 %; il testosterone totale, è legato ad una proteina, e rappresenta l’80 %; utile il dosaggio di altri ormoni come: prolattina, LH, FSH, TSH.
Dai 40 anni in poi il testosterone libero tende a diminuire dell’1% circa l’anno e il totale, di conseguenza, ad aumentare.
L’indicazione terapeutica, oltre che nel sostituire, ove possibile, eventuali terapie per malattie croniche, consiste, nella maggior parte dei casi, nella somministrazione di testosterone o gonadotropine (dopo dosaggio ormonale) se il PSA (antigene prostatico specifico) è nella norma e in uno stile di vita che tende ad evitare sedentarietà, fumo, alcool, diete ricche di grassi saturi. Attività fisica e a volte l’associazione di antiossidanti come la vitamina E possono migliorare l’effetto terapeutico.